Fallimento APS, a rischio anche Cefalù

La società “Acque Potabili Siciliane” (APS) è fallita. La notizia, diffusa nelle ultime ore, è una conferma a ciò che ormai da diversi mesi già si conosceva. Da tempo infatti APS era in procedura fallimentare. La conferma di acqua-rubinettoquesti giorni, decretata dal Tribunale di Palermo che ha nominato tre curatori fallimentari, ha però messo in agitazione gli amministratori locali dei 52 comuni serviti dalla società che effettua il servizio idrico integrato. Oltre a ciò, già da ieri i 206 lavoratori protestano davanti alla sede della Presidenza della Regione per chiedere risposte riguardo il lavoro futuro lavorativo.

“Il governo regionale aveva assunto impegni precisi per la costituzione di una società di scopo dove far transitare i 206 lavoratori di Aps, al fine di garantire la continuità del servizio idrico integrato e la salvaguardia occupazionale”, hanno dichiarato i segretari di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil Palermo. “Abbiamo chiesto – aggiungono – un incontro anche con i curatori fallimentari per capire cosa ha esattamente decretato il Tribunale di Palermo e quali indicazioni ha dato. La situazione è delicata”.

Fra i 52 comuni serviti fino ad ora da Acque Potabile Siciliane c’è anche il comune di Cefalù. Infatti, a fronte del fallimento della società, potrebbero verificarsi disservizi idrici con conseguente disagio per i cittadini. Ad occuparsi della questione adesso sarà l’Assemblea Regionale Siciliana.

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