Tassa di soggiorno: solo 65 mila euro nelle casse comunali

Durante il consiglio comunale svoltosi nella serata del 25 settembre è stata presentata un’interrogazione in merito allo stato di riscossione della tassa di soggiorno presso le strutture ricettive cefaludesi.tassa-soggiorno
La richiesta, che riceverà risposta scritta da parte dell’Amministrazione, ha scatenato, a seguito dell’intervento del Primo cittadino, un dibattito in consiglio.
In seguito alla sentenza del TAR che ha ritenuto legittima l’applicazione del tributo, gli albergatori ed i gestori di b&b si sono visti obbligati a richiedere ai turisti il pagamento dell’imposta.
Agli albori della stagione estiva, il Sindaco Lapunzina, intervistato, aveva già dichiarato come fossero solo pochi gli imprenditori che si impegnavano, nel territorio, a far versare ai turisti quanto dovuto.
Il Primo cittadino, sollecitato presso Sala delle Capriate, ha ribadito come gli incassi fino ad ora prodotti siano molto al di sotto della somma prevista. Sono stati versati infatti circa 65 mila euro.
L’imposta, definita tassa di scopo (gli introiti derivanti dal balzello possono essere utilizzati solo per finalità prestabilite, in questo caso per obiettivi turistici/ culturali) attualmente è servita anche a cofinanziare le tre serate che sono state organizzate presso l’atrio vescovile dall’associazione “Musica per l’uomo” e dall’associazione culturale S. Cecilia con un importo complessivo di 500 euro.

In merito al dato così esiguo il Primo cittadino ha sottolineato la disomogeneità di riscossione fra le strutture ricettive: mentre alcuni alberghi hanno effettivamente versato cifre consistenti, altri hotels hanno versato cifre irrisorie pari a poche decine di euro.
Su tale affermazione si è scatenata la polemica che ha visto il consigliere Cassata (Forza Italia per Cefalù) attaccare il Sindaco: il Primo cittadino starebbe – a detta del giovane avvocato – accusando i proprietari o titolari di alcune strutture di commettere un reato, dal momento che gli alberghi hanno effettivamente l’obbligo di richiedere il tributo a chi soggiorna presso le accomodation cittadine.

Lapunzina ha replicato chiarendo di essere stato frainteso dal consigliere comunale ed ha ribadito che, in merito alle strutture che hanno versato cifre inconsistenti, sono già stati avviati dei controlli da parte delle autorità competenti per andare a stabilire, di volta in volta, le motivazioni per le possibili inadempienze.

Un dato è certo: fra l’attuale amministrazione e gli albergatori cefaludesi non corre buon sangue. E’ sotto gli occhi di tutti il flop rappresentato dall’applicazione di un tributo inviso alla parte produttiva della città. Oltre al mancato appoggio da parte di una fetta rilevante dell’imprenditoria cefaludese, che ha comportato una bassa capitalizzazione per la realizzazione di eventi estivi, l’intransigenza del Sindaco Lapunzina potrebbe aver causato la perdita di occasioni importanti quali, ad esempio, la creazione di un parcheggio per la città (offerto dagli albergatori in cambio dell’eliminazione della tassa). Perdite che non possono essere giustificate a fronte di un incasso così esiguo.

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