CARINI: I CARABINIERI ARRESTANO  UNA BANDA DI CINQUE  RAPINATORI.

ALAMIA Antonino SILVESTRINI Danilo

Quale bersaglio migliore di una donna inerme di 67 anni che vive sola con la madre 90enne. Ancora meglio se la ragazza alle dipendenze della vittima con la qualifica di collaboratrice familiare è un membro della banda.

Tutto è accaduto ieri mattina a Villagrazia di Carini, quando le due donne hanno probabilmente vissuto l’esperienza più brutta della loro vita, vestendo loro malgrado i panni di vittime di una brutale rapina a mano armata.

Il colpo era stato pianificato nei minimi dettagli ed era stato ideato da una ragazza nemmeno diciassettenne (G. r. , classe 1997), che da qualche mese lavorava come collaboratrice familiare alle dipendenze delle vittime. La ragazza si recava nell’ appartamento di Villagrazia di Carini tre volte alla settimana per svolgere piccoli lavori domestici, e col passare del tempo aveva notato che le proprietarie – anziane e quasi sempre sole a casa – disponevano di un discreto quantitativo di oggetti d’oro. Da lì ad escogitare la rapina il passo è stato breve.

La ragazza avrebbe coinvolto nella vicenda un’amica, Abbate Eleonora, di poco più grande di lei e i fidanzati delle due ragazze, Silvestrini Danilo (ventenne, con alle spalle un precedente per furto) e S. v. (non ancora diciassettenne) oltre ad Alamia Antonino,36 anni, numerosi precedenti per rissa, spaccio e furto; praticamente, il veterano del gruppo.

I cinque hanno parlato del colpo per qualche giorno, fino al pomeriggio di martedì, quando si sono incontrati per concordare i dettagli: le due ragazze si sarebbero recate insieme presso l’abitazione della vittima al solito orario di lavoro di G. r., per consentire ad Abbate Eleonora di localizzare con precisione il bersaglio e comunicarne poi l’esatta ubicazione ai tre complici, in attesa nelle vicinanze; quest’ultima avrebbe lasciato aperto il portone d’ingresso della palazzina, al fine di consentire ai tre complici di raggiungere indisturbati il primo piano e cogliere di sorpresa la vittima. Le cose, in effetti, si sono svolte proprio con queste modalità. Una volta entrati in casa, i tre malviventi hanno aggredito la 67enne , spintonandola e facendola cadere pesantemente a terra. Alamia – il più robusto dei tre – l’ha bloccata a terra col proprio peso, tappandole la bocca con una mano e puntandole un coltello alla gola. Gli altri nel frattempo, seguendo le indicazioni di G.  r. , si sono introdotti nella stanza da letto dandosi al saccheggio, trafugando orologi, bracciali, orecchini e collane per un valore complessivo di circa 2000 Euro.

Il tutto è durato poco più di due minuti, al termine dei quali i tre malviventi si sono dati alla fuga.

Immediatamente sono intervenuti sul posto i Carabinieri della Compagnia di Carini. Una volta apprese le spregevoli modalità esecutive dei criminali, è stato messo in campo il maggior dispiegamento di forze possibile. I sospetti sono caduti sin da subito su G. r. : troppo rapide le modalità d’azione dei rapinatori, troppo sicuri nel prendere di mira la sola camera da letto e poi, visionando le immagini di un impianto di sorveglianza limitrofo, si è notato uno “strano scambio” di parole tra G. r. e l’Abbate (riconosciuta subito dai Carabinieri).

Messa alle strette, ben presto la ragazza è caduta in contraddizione, rendendo palese il proprio coinvolgimento. A quel punto è stato quasi immediato risalire anche a SilvestriniI Danilo e S. v. , già conosciuti ai militari per precedenti episodi di illeciti.

Inoltre le corporatura di Silvestrini Danilo e S.v. risultava compatibile con quella di due dei tre soggetti “inquadrati” nei pressi dell’abitazione della vittima. Immediatamente è partita la caccia all’uomo. Per l’individuazione del terzo uomo (quello più robusto) è stato fondamentale un passaggio del video acquisito, dal quale si vede passare poco prima della rapina una Hyundai Atos di colore grigio.

Raggiunto a casa, Alamia ha riferito di aver passato l’intera mattinata a letto. Come nel più classico degli scenari, però, i Carabinieri sono stati insospettiti dal fatto che il motore della macchina di Alamia, parcheggiata di fronte casa, era ancora caldo.  È  scattata la perquisizione, che ha consentito di trovare proprio nella macchina di Alamia il coltello utilizzato nella rapina. Lo stesso è stato condotto in caserma, dove di lì a poco è stato raggiunto anche da Silvestrini Danilo e S. v. , che nel frattempo erano stati catturati nel centro storico di Carini, mentre tentavano la fuga.

Tutti e cinque sono stati quindi ristretti in stato di arresto, e tradotti presso i vari istituti di custodia competenti.

Le ricerche hanno permesso di rinvenire la quasi totalità della refurtiva, che è stata immediatamente restituita alle due donne.

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