Cefalù perla dell’illegalità

Ieri Cefalù ha ospitato in rada il Sea Cloud, un vascello, varato agli inizi degli anni trenta del secolo scorso, che viene utilizzato dal suo armatore per crociere esclusive. L’imbarcazione, con i suoi tre alberi che superano i cinquanta metri d’altezza, è stata obbligata a restare in rada perché il porto della cittadina, definita nei ricordi del passato turistica, non può ospitarla. Gli ospiti che sono disposti a pagare fino a 10.000 euro per una settimana da sogno, appena sbarcati a Cefalù, grazie ad alcuni tender che hanno fatto la spola con il braccio del vecchio molo, sono stati costretti a confrontarsi con un incubo, piuttosto che con una vacanza da sogno.

Tra veicoli che transitavano in centro storico e la passeggiata del lungomare piena di commercianti abusivi, ai passeggeri del Sea Cloud, appena sbarcati a Cefalù, non sarà rimasto che pensare di aver pagato uno scafista per un viaggio della speranza, piuttosto che una vacanza da favola. Nella cittadina di Ruggero però ci si affida ai proclami sea cloudche parlano di una città efficiente dove tutto funziona a dovere. Due giorni fa intanto in consiglio comunale il gruppo Indipendenti per Cefalù ha presentato al sindaco una interrogazione per chiedere lumi sugli artigiani che occupano gli spazi limitrofi a porta Ossuna, strada d’ingresso della parte bassa del centro storico.

Lo scorso anno la nostra testata aveva già parlato dell’illegalità diffusa sul lungomare con il suo centro commerciale clandestino a cielo aperto. Dopo un anno nessuno è intervenuto e gli abusivi intanto crescono nel numero e nell’occupazione di spazi sempre più grandi. Il Sea Cloud è ormai salpato speriamo porti via con sé una immagine idilliaca di Cefalù.

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