Sorgenti Presidiana batte cassa: il conto è del comune

Sta avendo più di uno strascico la sentenza del Tar (di cui abbiamo già dato notizia qui) che negli scorsi giorni ha dichiarato illegittime le ordinanze sindacali emanate dal comune di Cefalù, che volevano obbligare Amap a prendersi carico del servizio idrico. Il Tribunale amministrativo ha deciso che le decisioni del comune non hanno alcun valore, motivo per cui il servizio idrico integrato fa capo al comune di Cefalù. Anzi, ha sempre fatto capo al municipio, non essendoci mai stata la presa in carico da parte di Amap.

E qui arriviamo al punto dolente: le fatture per il servizio di potabilizzazione di Sorgenti Presidiana, che se fino a prima del pronunciamento del Tar chiamavano in causa Amap., ora sono con certezza intestate al comune di Cefalù. Ed è già arrivata la diffida che intima al municipio il pagamento degli arretrati: si tratta di più di 4 milioni di euro fino al 2013, inesigibili al momento a causa dello stato di dissesto dell’Ente, 1 milione e 500 mila euro per il periodo 2014- maggio 2015, per i quali sono in corso procedimenti giudiziari presso il Tribunale di Termini Imerese, e 1 milione e 700 mila euro per tutto il 2016 e primi mesi del 2017.

L’azienda risulta quindi essere stata saldata, negli ultimi 7 anni, soltanto dal maggio al dicembre 2015, quando il servizio idrico integrato era affidato, di fatto e di diritto, ad Amap. Ne consegue che il debito, che ricade ora sul comune, con Sorgenti Presidiana, ammonta all’enorme cifra di 7 milioni, 661 mila 887,52 euro di cui più di 3 milioni già esigibili. Un buco finanziario che in questi anni si è fatto finta di non vedere, e che non si è provveduto a coprire. Una situazione disastrosa per le appena risanate casse comunali, che rischiano ora un nuovo tracollo.

Il rischio, ventilato ora nella diffida di Sorgenti Presidiana, è che il servizio di potabilizzazione venga sospeso a partire dal primo luglio, in uno dei momenti di maggior afflusso in città, se il comune non dovesse versare almeno un acconto sulla cifra ad oggi dovuta per i primi cinque mesi del 2017, impegnandosi anche a saldare le prossime fatture entro venti giorni dall’emissione.

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