Vuole giustizia il padre della ragazzina annegata a Campofelice

Era in affidamento ad una famiglia la dodicenne che è annegata nei giorni scorsi  nella spiaggia di Campofelice di Roccella. Un’uscita con le coetanee dopo un compleanno, è costata cara ad Alessia che stava trascorrendo la giornata lungo la spiaggia,  dove è stata risucchiata da un mulinello. I Carabinieri valutando anche delle telecamere di sorveglianza che erano puntate sul luogo, e la Procura di Termini sta studiando tutti gli scenari immaginabili per poter capire qualcosa in più.

L’avvocato Garofalo che rappresenta la famiglia afferma “La situazione è molto complicata. I genitori della ragazzina stanno vivendo una doppia tragedia: quella di non vedere la figlia da due anni e di ritrovarsela morta e peraltro nessuno delle autorità coinvolte in questa vicenda complicata e complessa e dolorosa ha avuto l’accortezza di chiamarli e avvisarli della morte e dare loro qualche risposta e qualche spiegazione. La famiglia ha avuto la notizia dai carabinieri. In questa vicenda sono stati trattati veramente come gli ultimi della Terra e gli ultimi di Palermo’. ”Vero è che il procedimento davanti al Tribunale per i minorenni è nato per un presunto abuso sessuale ed è vero che per questo procedimento il pm ha chiesto l’archiviazione – aggiunge -. E’ stata una lotta, senza risultato, per fare vedere ai genitori la figlia e avere informazione sulla bambina. E’ stata affidata senza che vi fosse un progetto e senza un piano d’intervento per consentire un reinserimento familiare anche con contatti in uno spazio neutro. Le ragioni di tutto questo sono ignote. Fino a quindici giorni fa abbiamo chiesto spiegazioni e nessuno ci ha risposto. Adesso queste risposte la famiglia le pretende”.

Da qui fa eco il padre della ragazzina che racconta che la figlia aveva raccontato ad un’amica di avere  fatto sesso con suo fratello, e tramite la maestra prima e l’assistente sociale poi, la vicenda è arrivata al giudice, che ha dovuto togliere la bambina ai genitori e affidarla in una comunità, dove ha incontrato i genitori ben quattro volte per poi negargli senza giustificazione di vederla e sentirla. Storia che dura da due anni con opposizione da parte del giudice e dell’assistente sociale, fino all’affidamento ad una donna di Campofelice. Una vicenda ingarbugliata e contorta che sfocia in un duro sfogo: “Dov’erà la donna quando mia figlia è morta ? A me non l’hanno voluta dare e me l’hanno fatto morire”, questa l’angoscia del padre che chiede giustizia.

 

Antonio David

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