Ognibene: una scelta che forse andava fatta prima

Cerda è in dissesto finanziario. Dopo una vana rincorsa al risanamento delle casse comunali l’amministrazione guidata da Giuseppe Ognibene si è trovata costretta ad alzare bandiera bianca e a dichiarare il dissesto economico finanziario dell’ente. “Quando ci siamo insediati nel 2013 abbiamo trovato una situazione non florida, dal 2002 infatti il comune aveva iniziato ad accumulare masse debitorie – ha esordito il primo cittadino – al commissario straordinario che mi ha preceduto era stato suggerito di predisporre il piano di riequilibrio”.

La massa debitoria del comune all’atto dell’insediamento della nuova giunta era stata quantificata in poco più di un milione e mezzo di euro poi invece sono giunti altri debiti fuori bilancio provenienti da vecchie gestioni dell’ente. “Dal nostro arrivo ad oggi sono stati pagati più di un milione e duecento mila euro di debiti – ha continuato Ognibene – i conti del comune hanno pero dovuto subire nuovi scossoni per l’arrivo di altri debiti fuori bilancio. Mi assumo le mie responsabilità, ma non posso piangere colpe degli altri, purtroppo in questi anni abbiamo avuto anche 880.000 euro in meno di trasferimenti da parte dello Stato e della Regione. Nel 2014 l’aver rispettato il patto di stabilità ci aveva forse illuso circa la possibilità di aver trovato una via d’uscita. Ma oggi purtroppo ci siamo resi conto che la dichiarazione di dissesto forse andava fatta prima”.

Adesso si insedierà una commissione liquidatrice e per il comune, celebre nel mondo per la Targa Florio e il carciofo, si prospettano cinque anni dove sarà necessario tirare ancora la cinghia.

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