Strade di Sicilia, promesse di libertà

strade di siciliaChe sia la volta buona? Sembra non ci potranno più essere scuse, ora che l’Anas e la Regione hanno firmato l’ennesimo accordo per le strade di Sicilia, per mezzo del quale, forse, arriveranno i fondi. Finanziamenti che nemmeno questa volta serviranno a portare in Terra di Trinacria innovazione e sviluppo, ma, forse, normalità. Perché non si può parlare di sviluppo, di innovazione, di futuro, in un territorio come quello siciliano, da sempre martoriato e in ritardo cronico rispetto al resto del Paese e che ora soffre anche di un deficit di libertà: la libertà di muoversi, quella che la gente di Sicilia ha perso da tempo, non certo solo dal crollo del viadotto Himera.

La libertà di movimento è ricompresa tra i diritti fondamentali anche dalla Dichiarazione dei Diritti Umani, che all’articolo 13 recita “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento [..] entro i confini di ogni Stato”, ma in Sicilia questo concetto sembra non esistere. Sembra che nessuno sia davvero consapevole che la viabilità, la rete di strade statali, autostrade, ferrovie, finanche le trazzere assurte ad arterie fondamentali, dovrebbe, com’è logico pensare, avere in questa terra una marcia in più, anche solo per la sua realtà isolana. Una marcia che non è mai stata ingranata, ma è rimasta ferma proprio a quelle trazzere che erano tracciati battuti che si adattavano alla morfologia del territorio, sistemati alla meno peggio mediante ciottoli o qualche lastra di pietra”. All’avanguardia nei tempi che furono, triste constatazione di inadeguatezza nel presente.

La classe politica da tempo ha fatto sue le promesse di normalità per un popolo che da sempre la chiede a gran voce. Promesse, la cui regina è di certo il Ponte sullo stretto, a cui ancora una parte dei siciliani abbocca come pesce all’amo, non foss’altro per avere qualcosa a cui aggrapparsi per non rischiare di sprofondare, in una terra che niente sa offrire se non eterne promesse. Un’isola in cui sono troppo spesso accolti, con toni entusiastici, piccolissimi passi che nel resto del Paese sono stati compiuti decenni or sono: il raddoppio ferroviario, la naturale conclusione dei collegamenti autostradali, l’adeguamento della viabilità secondaria, finanche l’ordinaria manutenzione. Una Salerno-Reggio Calabria all’ennesima potenza, diffusa in tutta la Regione come una perenne incompiuta, come incompiuta è la tanto sospirata normalità.

E’ la carta vincente di più di una generazione di politici, l’eterna promessa, la libertà. La libertà di muoversi, di lavorare, di avere un futuro senza dover sempre andare lontano. Una promessa che diventa vincolo per l’elettore, ma mai impegno per l’eletto; “promessa di marinaio”, ‘ché di marinai è terra la Sicilia. Un’illusione che per essere utilizzata una seconda, una terza, un’ennesima volta, non può e non deve essere soddisfatta.

Arianna Paruscio

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