Ennesimo estremo tentativo di farla finita per Rita Bonaccorso, nota all’opinione pubblica come la ex moglie del campionissimo delle notti magiche di Italia 90 Totò Schillaci. Nella notte, la Bonaccorso, ha aperto il gas, minacciando di far saltare in aria la villa in cui abita, ed è stata fermata appena in tempo dalle forze dell’ordine, per poi essere accompagnata in ospedale. Si tratta dell’ultimo tentativo di suicidio dell’ex signora Schillaci che, proprio oggi, deve abbandonare la sua casa di Palermo, dal valore economico di due milioni e mezzo di euro.
La sua triste vicenda giudiziaria, portata in tv ai microfoni di diverse trasmissioni televisive, inizia nel 1992 quando una conoscente palermitana che ha una gioielleria a Torino, Giovanna Giordano, le chiede il favore di andare ogni tanto nel suo negozio per farle pubblicità. A tutti la presenta come la moglie di Schillaci, anche se è già separata. Dopo due anni la gioielleria fallisce e nel 1996 nel procedimento viene coinvolta anche lei. Risulta debitrice, perché socia apparente, di una ditta svizzera fornitrice di anelli, bracciali, diamanti e rubini per 390 milioni di lire. Gioielli mai pagati dalla gioielliera e finiti al centro di una rapina, secondo i giudici “simulata” dalla stessa proprietaria. Nel frattempo l’ex moglie del calciatore idolo di Italia ’90 torna a Palermo e comincia l’odissea, con le sentenze di condanna dei tribunali e un esercito di avvocati che l’abbandonano ripetutamente mandandole fatture per centinaia di migliaia di euro. La donna viene condannata a risarcire il fornitore di gioielli Stefan Hafner nel 2006, sentenza confermata in appello nel 2008. A ottobre 2015 arriva la condanna definitiva. Dal 2006 la sua casa è all’asta, nessuno finora l’ha mai comprata ma adesso lo sfratto è imminente. Solo la perizia calligrafica su una firma di un creditore della gioielleria, morto nel 2009, può far spostare l’ago della bilancia dalla parte della signora Bonaccorso.