Giostra dei Ventimiglia: vince il cavaliere di Nicosia

Il ritmo del pomeriggio di ieri è stato scandito dai tamburi che hanno accompagnato la corte medievale nel campo geracese, prima dell’inizio della XVII edizione della “Giostra dei Ventimiglia”. Una sfilata di costumi d’epoca allestita con abile cura nella scelta dei personaggi, gli stessi che giravano attorno alla figura del Conte Francesco Ventimiglia nel lontano 1300: le dame, i cavalieri,  i falconieri, i ministri ecclesiastici e i giullari di corte. La vita allora si svolgeva dentro le mura del castello, di cui oggi restano per lo più ruderi. La suggestione creata ha concesso di immaginare però quello che realmente era allora Geraci. E se rievocazione doveva essere, non potevano certo mancare i giochi cavallereschi che spesso allietavano il popolo e i nobili indistintamente, lì, tra la polvere e le balle di fieno, con il suono delle trombe e i nitriti dei cavalli. Oggi montare un cavallo e indurlo al galoppo è bravura, ma non senza passione; allora era naturale esigenza. Ecco perchè è nata nel 1986 la Giostra dei Ventimiglia: per non dimenticare cosa siamo, da dove veniamo, quale cultura costituisce le fondamenta dell’unica grande comunità madonita. I partecipanti della XVII edizione della giostra sono stati 18, rappresentanti di tutti quei poli che un tempo costituivano il territorio d’interesse del marchesato da Nicosia a Collesano, da Pettineo a Cefalù. Tutti i paesi del circondario hanno partecipato e tutti sono stati fieramente rappresentanti da quanti hanno scelto di cimentarsi nella gara. Parola d’ordine in queste occasioni è sicuramente “divertimento”, ma negli spalti è stata evidente una certa tensione, alleviata ogni volta che un concorrente beccava il “Saraceno”, pupazzo da colpire con un palo  mentre il cavallo galoppa. Precisione e una buona dose di fortuna invece, sono necessari per il gioco degli anelli: il cavaliere doveva centrare durante il galoppo fluido e continuo del proprio cavallo tre anelli in successione di dimensioni via via minori. Nessuno ieri è riuscito nell’impresa, aggiungendo secondi di penalità al proprio tempo di corsa. I primi 8 classificati si sono sfidati a due a due nel terzo e ultimo gioco della rosa: una gara di velocità e abilità nel prendere il fiore e adagiarlo poi davanti alla commissione giudicante. Pierluigi Arrigo, cavaliere di Nicosia, ha trionfato spuntandola solo per qualche centesimo di secondo sul beniamino di casa Damiano Lo Cicero, classificatosi secondo. A premiare il vincitore è stato Giovanni Ventimiglia di Monforte, discendente della nobile e potente famiglia che un tempo fece di Geraci la sua capitale. Soddisfatto anche il sindaco Bartolo Vienna che ha dichiarato: “Voglio ringraziare i cavalieri che hanno partecipato alla gara, le autorità presenti, l’ingegner Giovanni Ventimiglia e gli sponsor della manifestazione, ancora una volta è stata una giornata di festa dove Geraci Siculo, con un pubblico curioso e attento provenienti da tutta l’isola, ha mostrato le sue bellezze artistiche, architettoniche e le sue tradizioni storiche”.

 

Sofia D’Arrigo

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