Hanno vinto i più forti, il Pollina è in seconda categoria!

20150516_155905Castelbuono, stadio Luigi Failla, ore 16:49. Silenzio surreale. Sul dischetto del rigore un ragazzo tiene le mani fra i capelli. Ha il numero 10 sulle spalle, quello dei grandi campioni. E da campione, quale è, si è assunto la responsabilità di calciare il pallone più pesante dell’anno. Totò Tumminello, faro e allenatore dell’Usd Pollina, avrebbe potuto chiudere partita e discorso promozione, dopo che Giuliano Tumminello si era procurato il rigore del possibile 2 a 0, provocando l’espulsione di Mazzola, terzino destro del Castelbuono. Ma il piazzato del mister è clamorosamente finito a lato.

Ore 17:52. Il Failla stavolta è una bolgia. E in mezzo al campo c’è sempre lui, il numero 10, il campione, con le mani fra i capelli. E a guardar bene, anche gli occhi rendono i due frames pressochè identici. Le lacrime si contengono con fatica. Eppure dentro di sè, nulla ha a che vedere con quanto accaduto 63 minuti prima. Totò, al suo primo anno da allenatore, ha compiuto l’impresa. Ha portato in seconda categoria un gruppo di amici.

20150516_155909Ma torniamo alle 16:49. “Alcuni pensano che il calcio sia una questione di vita o di morte. Non sono d’accordo. Posso assicurarvi che è molto, molto di più”. Tale massima di Bill Shankly, mi è passata più volte fra la mente questo pomeriggio. Bill Shankly fu allenatore del Liverpool dal 1959 al 1974. Prese il timone di una delle squadre più gloriose del mondo quando essa navigava in seconda divisione. Gli bastarono due anni per farne una macchina da guerra perfetta. Scudetti, coppe di leghe, coppa UEFA. Una macchina da guerra che ieri, 16 maggio 2015, ha salutato il suo miglior condottiero di sempre, Steven George Gerrard. Uno dei calciatori più forti che abbia mai visto scendere in campo. Uno di quelli che per la sua maglia ha sempre sputato sangue, guidandola verso magiche imprese, cadendo con lei. Circa un anno fa, il 27 aprile 2014, Steven cadde. Dal suo errore nacque l’azione del gol che diede la vittoria al Chelsea sul Liverpool. E con lui cadde il sogno di vincere la Premier League, unico trofeo per club assente nella sua bacheca. Sembrava rivivere, nelle giuste proporzioni, la stessa storia. La storia di un leader che, con le mani fra i capelli, abdica con la sua squadra.

20150516_165359Ma facciamo un breve salto nel tempo. Ore 16:00. Totò ha riconfermato lo stesso undici che sei giorni fa ha surclassato il Finale conquistando la finale play off del campionato di terza categoria. Beppe Cassataro fra i pali; difesa composta da Giuliano Castiglia, Rosario Musotto, Antonino Bruno e Giuseppe Bisconti; mediana occupata da Giuliano Cortina, mister Tumminello ed Emanuele Caruso; Giuliano Longo e Giuliano Tumminello ai lati del centravanti Davide Tumminello. Siedono in panchina Peppe Culotta, Giovanni Cangelosi, Giuseppe Cassataro, Fabrizio Di Noto, Luciano Di Noto, Sergio Di Noto, Giuseppe Gaglianello e Davide Musotto. Con loro, come sempre, il presidente Franco Raimondo. Dietro di loro tanti amici, poco meno di cento forse, pronti ad immortalare ogni momento di questo pomeriggio, pronti ad incitare i propri pupilli.

20150516_175155Di fronte la Supergiovane Castelbuono, super favorita, super vogliosa di cancellare un incubo che dura da un anno, il play off perso dopo aver lottato fino all’ultima giornata per vincere il campionato.

La partenza è da sogno. Per il Pollina. Bisconti, Totò Tumminello e Caruso sembrano tre pittori che dipingono la stessa tela, i castelbuonesi ammirano finchè la pazienza regge, poi è stecca sul biondo terzino che per grinta e chioma pare un ceco di nome Pavel. Punizione da posizione defilata. Telecomanda il mister. Svetta il bomber. Dio perdona, lui no. E’ subito 1 a 0, è subito Davide Tumminello. Partita in discesa? Manco per idea. I cinghiali hanno fame e provano a reagire. Fortuna vuole che Beppe Cassataro si sia portato dietro il vestito da Superman, e così Biundo, Cicero e compagni vedono respingersi, nel giro di 20 minuti, quattro conclusioni più o meno impegnative. Il Pollina di certo non sta a guardare, anzi, mette in luce il consueto gioco spumeggiante, vedendosi negare un rigore grande quanto una casa, quando Giuliano Tumminello viene steso in piena area di rigore. Ma è la giornata dei remake, e al minuto 46, allo scoccare dell’unico minuto di recupero, riecco Giuliano Tumminello, servito da un arcobaleno di Davide, steso, nell’identica posizione di campo, da Domenico Mazzola. Calcio di rigore e cartellino rosso. Sono le 16:49. La storia è già nota.

20150516_175104Le squadre vanno a riposo in una condizione che rasenta l’assurdo. Il Pollina è in vantaggio ed ha un uomo in più, ma al Castelbuono basta il pari, ed il rigore fallito da mister Tumminello è ossigeno per l’umore dei cinghiali. Tutto è ancora in bilico.

Ed i primi minuti del secondo tempo non fanno altro che confermare la tesi. La partita è bellissima ed i capovolgimenti di fronte sono continui. L’asse Davide-Giuliano Tumminello funziona alla grande, e l’assist del primo è appena troppo lungo per il secondo. Dall’altra parte Latella dimostra che non è capocannoniere per caso e ci vuole il miglior Bruno, pollinese di Castelbuono, o castelbuonese di Pollina, fate voi, a mettergli la museruola. Serve un episodio che dia la svolta, che rompa l’equilibrio. E’ il 18esimo minuto, quando si vede, per la prima volta nel corso del match, l’uomo del destino, colui il quale ha spianato la strada alla vittoria nel derby di sei giorni fa. Sono periodi. Ci sono frangenti di tempo in cui un calciatore, qualsiasi pallone tocchi, lo trasforma in oro. Giuliano Longo fino a quel momento ne aveva toccati pochi, e al minuto 18, confeziona la prima giocata d’applausi della sua partita, che si concretizza con un preciso cross per la testa di Davide Tumminello, che sfiora la doppietta accarezzando la traversa. Passano due minuti ed Emanuele Caruso, sulla corsia di sinistra si diletta nel suo hobby preferito, il prestigiatore. Palla c’è, palla non c’è. Giovanni Cefalù può fermarlo solo con le cattive. Fallo, doppia ammonizione, e Supergiovane in 9. Ed ecco il secondo remake di giornata. Stavolta il flashback ci riporta al derby di domenica scorsa. Totò Tumminello lancia, Davide fa sponda, e Giuliano Longo, l’uomo del destino, si presenta davanti al portiere. Stavolta niente pallonetto, stavolta Giuliano controlla, guarda negli occhi l’estremo difensore avversario, avanza ancora un pò, e nel frattempo i secondi che scorrono appaiono interminabili per i tifosi del Pollina. Finchè Giuliano non mira l’angolo giusto. Il pallone gonfia la rete. E’ 2 a 0 con doppia superiorità numerica. Il sogno è a un passo.20150516_175344 Il morale è alle stelle e le gambe camminano da sole. Certo, per alcuni numeri non basta il pilota automatico, Totò Tumminello scrive poesie, Bisconti manca l’aggancio decisivo. Davide invece sorprende tutti. Vuoi vedere che una palla così lunga possa essere raggiunta da un attaccante della sua stazza fisica? Scommessa persa. Bomber Tumminello mette il turbo e salta il portiere, la porta è spalancata e Giuseppe Cefalù, per impedire la terza realizzazione, è costretto al fallo da ultimo uomo. Castelbuono in 8. Inizia la girandola dei cambi, ed il primo a prendersi la standing ovation è forse colui che più la merita, capitan Emanuele Caruso, esemplare dentro e fuori dal campo. Al suo posto entra Davide Musotto. Poco dopo è il turno di Giuliano Longo, che lascia il campo a Sergio Di Noto. L’orgoglio della Supergiovane porta la firma del suo uomo migliore di stagione, Giuseppe Latella. Il gran destro al volo del puma è miracolosamente respinto dall’eroe dei play off Beppe Cassataro. Nonostante la tripla inferiorità numerica il Castelbuono si butta in avanti alla ricerca del gol della speranza, lasciando così adito ai contropiedi del Pollina. In uno di questi, al minuto 42, Davide Tumminello serve Davide Musotto, che lascia partire un destro fulminante che chiude definitivamente i conti. La passerella finale da onore a due emblemi del calcio pollinsese: Giuseppe Culotta e Luciano Di Noto. A lasciargli il posto sono due grandissimi protagonisti di questa magica stagione, Beppe Cassataro e Rosario Musotto. Il fratello, Davide, avrebbe modo di calare il poker, quando, al 90esimo, servito da un colpo di tacco di Totò Tumminello, vola verso la porta di Prestianni, che caparbiamente ha la meglio in uscita bassa. Nei minuti di recupero il direttore di gara sventola il quarto cartellino rosso di giornata, questa volta all’indirizzo di Antonino Bruno. Il fischio successivo al fallo dell’arcigno difensore viene ripetuto per tre volte.

20150516_175212Sono le 17:52. Il presidente, Franco Raimondo, salta, come un bambino, insieme ai tifosi. I giocatori danzano al ritmo dei cori dei supporters. La festa è appena iniziata, e chissà quando finirà. La gioia è incontenibile. I ragazzi si stringono per mano e vanno a ringraziare il pubblico. E là in mezzo, uno di loro, ha le mani fra i capelli. Forse non ci crede. Ci vorranno alcuni minuti per realizzare che, insieme ai suoi amici, abbia portato Pollina in seconda categoria. Totò ne ha indossate diverse di maglie, eppure quella rossoblù è stata particolare. Ha sputato sangue, l’ha guidata verso magiche imprese, e con lei è caduto. Ma ha avuto la forza di rialzarsi e trascinarla verso un piccolo sogno, scrivendone una pagina indelebile. Perchè, per chi come Bill Shankly, pensa che il calcio sia molto più che una ragione di vita, il tratto che divide Liverpool da Pollina può apparire più breve che mai. Bastano tanta fantasia, due mani fra i capelli e un paese intero ad inneggiare i propri campioni. Complimenti Pollina, onore a te!

You’ll never walk alone!

Angelo Giordano

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