Caltavuturo: la strada degli incazzati inghiottita dalla burocrazia

I lavori che hanno portato all’apertura di una via agibile da e per Caltavuturo sono terminati ormai da qualche giorno, e la strada è stata aperta – conicidenza – nel giorno della liberazione. E’ arrivata poi la disposizione dell’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pizzo per la sistemazione definitiva della strada, attraverso un finanziamento regionale di 300 mila euro, e sono stati presentati i progetti per il bypass, per la demolizione del viadotto e per la sua ricostruzione – si parla di circa 30 milioni di euro. Ma la situazione rischia ora di essere inghiottita dalle pastoie burocratiche: ancora nessun lavoro, se pur urgente, è stato appaltato.

Il transito sulla Regia Trazzera rimane vietato da una ordinanza del sindaco di Caltavuturo, ma soprattutto il governo non ha ancora proclamato lo stato di emergenza, chiesto a gran voce dalle amministrazioni dei comuni madoniti. Soltanto oggi il Ministro Alfano durante un vertice con i prefetti ha detto che “Roma” sarebbe pronta a dichiarare lo stato di emergenza che consentirà “la demolizione del viadotto esistente, la realizzazione della Bretella di collegamento e la ricostruzione dei due viadotti”, opere che saranno discusse nel prossimo consiglio dei ministri fissato per venerdì.

11006452_10204196506088943_2763853903896665806_nAncora una volta però ci avevano già pensato i cittadini a portare avanti la situazione e a non farla “impantanare”: il Comitato Civico Emergenza Frana di Caltavuturo aveva già discusso in una riunione tenutasi lo scorso 30 aprile la regolamentazione del transito sulla bretella trazzerale comunale, in particolare sull’emissione di un ordinanza per consentire il transito almeno in discesa per i mezzi leggeri entro una certa stazza e inibire invece la risalita ai mezzi non trazionati data l’eccessiva pendenza. Il Comitato ha dato mandato all’ufficio tecnico comunale anche per la redazione della perizia della sistemazione, necessaria per renderla transitabile, che comunque dovrà rimanere entro la somma di 300 mila euro per essere totalmente coperta dal finanziamento. Si prevede anche l’istituzione di un fondo rendicontabile con un conto corrente dedicato presso una associazione legalmente istituita e riconosciuta – l’associazione indicata è la locale ProLoco – per le donazioni volontarie dei cittadini anche non residenti, delle istituzioni e delle associazioni per l’emergenza frana. Dal Comitato parte anche la richiesta all’Anas per subordinare i lavori di ricostruzione del viadotto ad una messa in sicurezza del territorio e monitoraggio della frana all’origine del crollo, che le istituzioni hanno al momento ignorato.

I cittadini hanno fatto la loro parte, ora spetta, una volta per tutte, alle istituzioni. L’unica cosa certa è che dovremo ancora aspettare: aspettare che i lavori vengano appaltati, aspettare uno stato di emergenza che si fa attendere da più di venti giorni, aspettare che la strada recuperata dagli “incazzati” venga dichiarata transitabile. Una gran fatica, e spirito di sacrificio, che ora non possono e non devono andare sprecati. Se lo meritano i madoniti, se lo meritano i caltavuturesi.

 

(foto della pagina facebook “Caltavuturo, l’album fotografico”)

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