Quando il tifo cade nella bassezza, la rabbia dei Geracesi

Domenica 26/04/2015, prima dell’ incontro calcistico Gangi-Rosmarino, è apparso un divieto d’ accesso rivolto ai cittadini di Geraci e di Bompietro all’ ingresso del campo sportivo della squadra ospitante. Il cartello icasticamente, ben stampato, rappresentava  i loghi delle squadre dei suddetti paesi bollati all’ interno di un segnale di divieto all’ entrata e una palese scritta “ Io non posso entrare “.

L’ atteggiamento giusto da mantenere alla vista, consono alla nobiltà d’ animo che contraddistingue i Geracesi e in ossequio all’insegnamento del grande Dante “ Non ti curar di loro ma guarda e passa”, sarebbe dovuto essere quello di mantenere un comportamento di soffocata indifferenza. Il sottoscrittore, il signor <<brigate giallo-rosse>> ( scrivo appositamente il titolo in minuscolo) non pare sensibile a certe finezze, ormai comunque recidive, viste le passate partite in cui venivano intonati cori offensivi rivolti personalmente ai giocatori e striscioni con pesanti insulti, per cui, raggiunto il limite della sopportazione e di palesata cattiveria sentiamo il dovere morale e calcistico di diffondere un messaggio di buon calcio e di umana educazione.

Potremmo argomentare sul gesto buttandola sull’ ironia ma sarebbe sarcasmo incompreso, rischiando di abbassare il livello di gravità di un gesto del genere; passando da un estremo all’ altro potremmo citare anche l‘ angusta storia e ricordare che un divieto simile, con identiche frasi ma in lingua diversa, era rivolto agli ebrei nella Germania nazista.

Una tale azione,intenzionale, un’ idea pensata da una mente malsana, che ha suscitato consensi palesati da risate di approvazione, concretizzatasi nell’ azione omissiva di non rimuovere questa indecenza, anche e soprattutto da parte delle autorità presenti, denota un senso di comune bassezza e una brutta figura generale.

Sentiamo il bisogno di esprimere la più profonda indignazione per il gesto mosso nei confronti dei paesi di Geraci e di Bompietro. Comportamenti di tale gravità dovrebbero essere repressi sul nascere mediante l’ intervento educativo dei più grandi, purtroppo,  e le cronache lo testimoniano, è diffuso, ad ergersi quasi a normalità, la mancanza di un limite alle rivalità calcistiche. Speriamo sentitamente che l’idea di sport bello ed educativo si diffonda prontamente su tutti i livelli.

I Geracesi offesi

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