Discorso del Sindaco di Cefalù in occasione della giornata contro la violenza sulle donne

“Al termine di questa fiaccolata, attraverso la quale abbiamo voluto portare la luce della speranza, della giustizia, dei diritti umani, per le strade della nostra città, mia sia consentito formulare un sincero grazie alle organizzatrici (e in particolar modo all’associazione  FIDAPA) e a tutti coloro che hanno preso parte alla manifestazione.
La luce delle fiaccole, questa sera, ha squarciato il buio della indifferenza, del pregiudizio, della discriminazione, della violenza. Spesso, purtroppo, il problema della violenza sulle donne resta confinato tra le mura di casa e  coperto dal timore di denunciare. Per fortuna, negli ultimi tempi, sempre più donne hanno trovato il coraggio di denunciare e questo è un segnale positivo che va sostenuto.
In un’epoca in cui vi sono tanti diritti proclamati occorre ancora lottare per la loro concreta affermazione, poiché un diritto diviene veramente tale quando viene incarnato nei comportamenti quotidiani. E’ da ciò che si misura il grado di avanzamento materiale e spirituale di una società.
Proprio il fatto che nella nostra società (che non è una entità astratta ma è costituita da tutti coloro i quali vivono nelle nostre città, nei nostri borghi, nelle nostre case) ancora persista l’angoscioso problema della violenza contro le donne è un fatto drammatico che deve scuotere le coscienze di tutti e di ciascuno.
Desidero dire a chiare lettere che se ci sono forme di violenza eclatanti e che creano sdegno – come lo stupro, l’aggressione, le mutilazioni dei genitali femminili – ve ne sono altre, più sottili e nascoste – come le violenze domestiche, quelle psicologiche e quelle che vengono perpetrate sui luoghi di lavoro – che restano invisibili e, proprio per questo, rischiano di essere sottovalutate e, perfino tollerate.
Tutto questo deve finire.
Purtroppo anche in Italia, Nazione per tanti versi evoluta e all’avanguardia ( anche dal punto di vista legislativo) continuano a verificarsi fatti di cronaca raccapriccianti che hanno come vittime le donne.
Pertanto,ognuno di noi deve sentirsi impegnato a perseguire conquiste garantite e generalizzate per l’affermazione concreta e compiuta della libertà, della dignità, della reale parità dei diritti delle donne.
In tale contesto è fondamentale l’aspetto educativo da portare avanti nelle scuole e nell’intera società. Occorre educare le giovani generazioni al rispetto del principio di uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di sesso – principio sancito dall’articolo 3 della nostra Costituzione – e al principio di non discriminazione – scolpito nell’articolo 21 della Carta dei diritti Fondamentali dell’Unione Europea.
In un momento in cui l’Italia si è trasformata da Paese di emigrazione in Paese di immigrazione è fondamentale impedire ogni tentativo di discriminazione delle donne nel rispetto della diversità culturale, linguistica e religiosa.
Ogni condotta che mira ad annientare la donna nella sua identità e libertà – non soltanto fisicamente, ma anche nella sua dimensione psicologica, sociale e lavorativa, è una violenza di genere. Lo ripeto perché sia chiaro di cosa stiamo parlando. Le cose vanno chiamate con il loro nome.
Non si tratta solo degli omicidi e delle lesioni gravi da parte di partner o ex partner. Ci sono donne che subiscono quotidianamente maltrattamenti, violenze sessuali e psicologiche, minacce e molestie. Donne alle quali viene negato l’accesso all’istruzione o al mondo del lavoro e che, essendo in condizioni di dipendenza economica, non riescono ad allontanarsi da un contesto relazionale di rischio. Donne che, trovata la forza di uscire da situazioni di questo tipo, non incontrano il sostegno sociale e istituzionale necessario per ricostruire la propria vita.

Non dobbiamo dimenticare che molte delle vittime di omicidio o lesioni gravi avevano già denunciato episodi di violenza o di maltrattamento. Altre, invece, non avevano mai chiesto aiuto, per sfiducia nelle istituzioni, per mancanza di mezzi o per una pericolosa sottovalutazione delle violenze subite.
La lotta contro ogni sopruso ai danni delle donne è inseparabile dal rifiuto della intolleranza e della violenza, che, in larga misura, sono alimentate dall’ignoranza, dalla perdita dei valori morali, da un allontanamento dai principi su cui si fonda la nostra convivenza civile.
Occorre nel contempo acquisire la consapevolezza che la violenza contro le donne è socialmente, prima ancora che penalmente, inaccettabile. Di questo dobbiamo parlare, su questo vanno sensibilizzati i ragazzi e le ragazze. Perché maturi una sensibilità diffusa e profonda sul tema della violenza di genere.
È necessaria una reazione di condanna forte e chiara. Non esiste tolleranza né giustificazione alcuna per le condotte che ledono i diritti delle donne, e la consapevolezza condivisa della gravità del problema, come spesso succede nel campo dei comportamenti sociali, è il presupposto indispensabile perché davvero, un giorno, cambino le cose.
Questa sera, da questa piazza, da questa nostra Cefalù, da tutti noi deve levarsi alto e forte un forte grido: mai più soprusi, mai più discriminazioni, mai più violenza contro le donne!”

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