Cefalù, consiglio comunale e Sentenza Vicari. PD :”Un’occasione persa”

Riceviamo e pubblichiamo il commento dei consiglieri comunali di Cefalù del Partito Democratico riguardo la sentenza che condanna la Senatrice Simona Vicari a risarcire il comune e al consiglio comunale tenutosi pochi giorni fa, in cui la questione pregiudiziale presentata da alcuni esponenti dell’opposizione ha impedito che si discutesse della rimodulazione del piano di riequilibrio.

 

PD Frontpage“E’ un bizzarro scherzo del destino quello che oggi ha voluto associare ancora una volta il nome del Comune di Cefalù a quello del suo ex Sindaco, On. Simona Vicari. Bizzarro ma certamente simbolico, perché i giudici condannano la senatrice a dover restituire al Comune di Cefalù oltre € 200.000 per indebita percezione di indennità di carica, proprio all’indomani di una seduta del Consiglio Comunale, in cui si sarebbe dovuto discutere di quei debiti, buona parte ereditati proprio dall’amministrazione Vicari, che gravano sulle spalle dei cefaludesi e pesano come un macigno sul futuro prossimo della città.

Un’altra occasione è stata persa, invece, dal Consiglio Comunale di Cefalù per fare chiarezza ed informare i cittadini sulla reale situazione economica dell’Ente e sul percorso che dovrà seguire la città nelle prossime settimane. Come ormai accade troppo spesso, il Consiglio Comunale del 20-11-2014 ha deciso di non decidere e, stavolta, anche di non discutere sulla possibilità di rimodulazione del Piano di Riequilibrio finanziario che si trova in bilico sotto la notifica di nuovi ingenti debiti e i colpi di piccone dei creditori del Comune, pregiudicando così ai cittadini la possibilità di conoscere le vere storie che si nascondono dietro debiti e sentenze che stanno martoriando la città.

La scelta di approvare una pregiudiziale e fare saltare il Consiglio rappresenta l’ennesimo gesto di confusione di coloro i quali tra “roboanti comunicati” e “vibranti filippiche”, forti dei numeri, dovevano governare il Consiglio Comunale ed, invece, da mesi, tra fuoriuscite e cadute di numero legale, atti di indirizzo vuoti di contenuto, punti all’ordine del giorno al limite della legittimità e pregiudiziali paralizzano il Consiglio Comunale contro ogni logica, creando danni e ritardi che altro non fanno che acuire la già disperata situazione che vive il Comune di Cefalù. 

Come mai viene presentata una pregiudiziale dopo che in conferenza dei capigruppo viene concordato un ordine del giorno con tutte le forze politiche? Come mai vengono votati gli estremi di necessità ed urgenza del Consiglio Comunale se poi si ritiene di non dover trattare il punto all’ordine del giorno? Come mai i capigruppo accettano l’invito dei revisori alla convocazione del Consiglio Comunale e poi si decide di non ascoltare né i Revisori dei conti né Ragioniere Generale né Sindaco ed Amministrazione sulla situazione economica relativa al Piano di riequilibrio?

Il Consiglio Comunale del 20 Novembre era tra i più attesi dai cittadini e poteva rappresentare un momento di grande chiarezza e trasparenza e invece si è trasformato nell’ennesimo atto di oscurantismo per garantire quel SILENZIO che fa davvero parte di una strategia politica, quella di tentare maldestramente di coprire responsabilità politiche ben note.”

LapunzinaSulla sentenza Vicari si è espresso ieri anche l’attuale sindaco Rosario Lapunzina: “Quando, durante la campagna elettorale dell’aprile 2012, ricordavamo dell’esistenza di un consistente debito da parte dell’ex Sindaco Vicari nei confronti del Comune di Cefalù,siamo stati accusati di dire il falso. La Sentenza del Tribunale di Palermo, confermando i precedenti giudicati di TAR e CGA, dice, invece, che avevamo pienamente ragione.

La percezione indebita della indennità di carica è un simbolo di un modo di amministrare che ha arrecato tanti danni al nostro Ente, che, per questo, si è trovato ad essere pieno di debiti. La soddisfazione che proviamo, da amministratori, non è certo per la rivalsa politica, ma per la possibilità che il Comune ha di recuperare una somma ragguardevole,anche se la stessa rappresenta solo una toppa nel mare di debiti che abbiamo ereditato.”

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