Formazione e orientamento. Appello di Orlando a Renzi

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Questa mattina il sindaco di Palermo e presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, ha incontrato a Palazzo delle Aquile i rappresentati sindacali confederali dei lavoratori del settore della formazione e dell’orientamento.

“Quello della formazione e dell’orientamento professionale in Sicilia -ha detto Orlando – è un settore in gravissima crisi che condanna all’assenza di prospettive e retribuzione circa 8000 lavoratori nella regione. Una situazione resa ancora più grave dall’assenza del ricorso alla cassa integrazione ed altri ammortizzatori sociali.”

Orlando ha ricordato di avere recentemente evidenziato questa situazione con una nota inviata al Capo dello Stato e ai prefetti dell’Isola, con riferimento al servizio dell’obbligo istruzione e formazione, che coinvolge circa 4000 minori “che per inefficenze e ritardi hanno perso già 2 anni di istruzione e formazione obbligatoria, costretti ormai, nella migliore delle ipotesi, a compiere in 5 anni un percorso formativo che era previsto in 3.”

In tale quadro vi è anche la cirsi che riguarda circa 1700 lavoratori dei servizi per l’impiego che dal 23 aprile sono condannati alla inattività e alla mancanza di lavoro “in attesa – secondo Orlando – di più volte annunciate, e mai realizzate riforme del settore.”

Accogliendo la richiesta delle organizzazioni sindacali che oggi sono scese in piazza in tutte le città capoluogo della Sicilia, Orlando ha inviato, in rappresentanza dei comuni siciliani, un appello al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri del lavoro e dello sviluppo economico, sostenendo la richiesta di aprire un tavolo di crisi nazionale “che sottragga questo settore a un ormai paludoso clima di confusione e rinvii che fanno pagare a un intero comparto i ritardi e le inefficenze della Regione.

Per il Presidente di Anci Sicilia, “questi ritardi finiscono con l’impedire di fare una distinzione fra gli speculatori e corrotti, che devono rispondere dei danni prodotti, e migliaia di cittadini e lavoratori che hanno diritto di pensare che sia possibile in Sicilia, come avviene in altre Regioni a Statuto ordinario, accedere ai servizi di formazione e orientamento che vanno iscritti all’interno di precisi dritti costituzionalmente previsti.”

“L’istituzione di un tavolo di crisi nazionale è l’unica risposta possibile in una situazione nella quale, nonostante la speciale autonomia regionale, non si è riusciti a realizzare un corretto utilizzo di risorse finanziarie e professionalità umane.”

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