Petralia Soprana: chiusa la campagna di scavi a Santa Marina

Si è conclusa la seconda campagna di scavo della Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Palermo sul sito di “Santa Marina” effettuata in  collaborazione con l’Università di Palermo e l’associazione culturale “Gaetano Messineo”.

“Santa Marina” promette di stupire. Infatti, l’enorme potenzialità del sito lo ha fatto definire uno dei più importanti delle Madonie. Per la presentazione ai cittadini dei reperti rinvenuti e l’avanzamento del lavoro sui luoghi dello scavo, sono arrivati Rosa Maria Cucco dell’Unità Operativa 5 della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo, i professori dell’Università di Palermo che hanno guidato gli studenti nello scavo, Oscar Belvedere e Aurelio Burgio del Dipartimento Beni Culturali – Studi Culturali, il Sindaco di Petralia Soprana Pietro Macaluso e per l’associazione “Gaetano Messineo” il presidente Elena Epifani Vanni ed Ernesto Messineo fratello del compianto Gaetano. Presente anche l’archeologo romano Dario Scarpati che si occupa di archeologia e accessibilità museale.

lettura scaviAnche quest’anno non sono mancate le sorprese come il ritrovamento di una pinzetta in bronzo di epoca romana per il culto del corpo conservata sotto un cumulo di tegole crollate, di parti di mandibole, di crani e un’altra tomba in fossa terragna dalla quale è venuto alla luce uno scheletro. Sono stati trovati anche dei dischi fittili che fanno ipotizzare la presenza di un colonnato. E’ stata rinvenuta una moneta e pochissima ceramica in quella che certamente è un insediamento rurale di età imperiale. “Una presenza che per il nostro comune – ha detto il sindaco Pietro Macaluso – è sicuramente un valore aggiunto considerato anche che Petralia Soprana è entrata nei circuito dei “Borghi più belli d’Italia”. Auspico che le ricerche possano continuare nell’interesse non solo nostro ma di tutte le Madonie”.

Infatti, come ha sottolineato Rosa Maria Cucco della Soprintendenza, questo territorio ha un grande potenziale archeologico ed anche notorio l’interesse della Soprintendenza come dimostrano le convenzioni stipulate con i comuni per la ricerca archeologica e non solo. Un esempio di collaborazione potrebbe essere dato dalla realizzazione a Petralia Soprana di un museo civico con all’interno una sezione archeologica dedicata ala professore Gaetano Messineo che ospita i reperti di “Santa Marina”. Riguardo all’insediamento la dottoressa Cucco ha evidenziato che “si colloca tra il III secolo a.C. e il V sec. d.C. offrendo anche riferimenti fino all’età medioevale”. Un insediamento che è da collegare a quello scoperto negli anni passati in contrada “Muratore” a Castellana Sicula e tra quelli che hanno contribuito, con la sua produzione cerealicola, a rifornire Roma Imperiale di frumento confermando le alte Madonie, come testimonia Cicerone nelle Verrine, il granaio di Roma.

Livelli scavoUna storia affascinante quindi che inizia a venire fuori grazie ai lavoro degli studenti dell’Università di Palermo ai quali si sono uniti alcuni colleghi di Siena e di Roma. Per tutto il mese di luglio hanno scavato sotto il sole volontariamente e con grande entusiasmo ospitati in una vicina scuola messa a disposizione dal Comune di Petralia Soprana. Come tiene a sottolineare Ernesto Messineo importante è stata anche la collaborazione del panificio Agliata di Petralia Soprana, che ha fornito il pane per l’intero periodo, della ditta Di Nolfo per l’addobbo floreale delle cerimonie, del bar Albanese che non ha fatto mancare i dolci, la cooperativa Valle del Dittaino, della BCC San Giuseppe di Petralia Sottana che elargirà un contributo in denaro e di alcuni abitanti di Pellizzara che non hanno fatto mancare la loro vicinanza. Ad entrare nel merito delle ricerche eseguite dagli studenti, al fianco dei quali ha lavorato l’archeologo madonita Santino Ferraro, è stato il professore Aurelio Burgio.

“L’indagine nel sito di “Santa Marina” – ha spiegato il professore – è proseguita allargando l’area di scavo iniziale portando alla luce parti di muri che continuano a monte del sito e dimostrano la presenza di due ambienti che sono stati coperti da detriti e da frammenti di tegole derivanti da vari crolli e dal riutilizzo con funzioni diverse dell’insediamento. Non viene neanche esclusa l’ipotesi che abbia potuto anche avere funzioni cimiteriali”. Infatti, sono statati trovati crani e una tomba in fossa terragna. Già lo scorso anno era stata trovata una sepoltura e l’esame delle ossa ha chiarito che si trattava di un uomo di circa 35/40 anni di struttura robusta la cui attività probabilmente era di spostare grandi pesi. Questi indizi fanno supporre ai professori Oscar Belvedere e Aurelio Burgio che la residenza abbia avuto anche un uso secondario e probabilmente è stata anche abbandonata. Le testimonianze più evidenti collocano certamente il sito nell’età imperiale. Tante quindi le possibili funzioni di questo insediamento la cui ben conservazione delle strutture antiche fa pensare che continuando le ricerche si troveranno reperti ancora più importanti  ma ci vorranno almeno altri quattro anni di lavoro.

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